Big data

“Big data”, edito da Mulino (2019) scritto da Antonio Nicita professore di Politica economica all’università di Roma e all’università Lumsa e Marco Delmastro direttore del Servizio economico-statistico dell’Agcom rispondono ai quesiti che si affacciano di continuo in questa era digitale.

Le 146 pagine di questo libro approfondiscono alcuni temi di cui spesso sentiamo parlare “cosa è il capitalismo digitale”, “le sfide, i rischi, dell’innovazione tecnologica”.

Il libro è incentrato sul ruolo dei dati dall’estrazione, alla catalogazione, alla lavorazione e la conseguente cessione nei cosidetti “Big data”, termine anglosassone che significa «grandi quantità di tipi diversi di dati prodotti da varie fonti, fra cui persone, macchine e sensori».
La loro importanza non è legata alla grande portata di informazioni che gestiscono, ma per la cosiddetta regola che i due autori definiscono delle “tre v” cioè grande velocità, grande varietà, grande volume.

Ognuno di noi scambia online dati e questo flusso continuo viene raccolto elaborato e scambiato. Attraverso la rete accediamo a servizi sempre più idonei alle nostre necessità, ma ogni nostro acquisto o momento privato e pubblico è costantemente osservato. Ognuno di noi nell’etere ha un profilo che viene utilizzato da qualcuno che può in qualche modo influenzare le nostre scelte non solo di consumo ma anche nel campo politico ed elettorale.

Nel libro i due autori fanno riferimento a due grandi scandali quello di Cambridge Analytica e alle nuove forme computerizzate di domotica e pongono una domanda “che cosa li ha accomunati?” Semplice la raccolta di dati, che viene estrapolata dalle varie piattaforme e che, oggi, determina ciò che viene chiamato il “capitalismo digitale” che porta alla nascita di un importante mercato.

I due autori per spiegare meglio questo fenomeno utilizzano un testo chiamato “Capitalismo immateriale” edito da Bollati Boringheir 2019 scritto da un imprendiotre Stefano Quirinelli.

Per gli autori e per Quirinelli nell’era digitale questo fenomeno è in costante crescita e consiste nell’ estrazione, nello scambio e nell’ acquisto di dati che avviene “sulle piattaforme digitali denominate “over the top” per il fatto che sviluppano servizi che si trovano gerarchicamente al di sopra delle infrastrutture fisiche di telecomunicazione fisse e mobili grazie alle quali accediamo alla rete».

I giganti dell’e-commerce (come Amazon), Facebook, Google, Microsoft, sono i protagonisti del nuovo capitalismo dei dati, e sorpasseranno le infrastrutture tradizionali.

Inoltre, gli autori nel libro sottolineano che «Nell’ultimo anno, gli investimenti delle cinque principali piattaforme online hanno superato i 50 miliardi». I nuovi centri per l’elaborazione e la conservazione dei dati sono in continua crescita così come gli investimenti in questo settore, un mondo virtuale nel quale chiunque potrà aprofittare delle nostre debolezze e dei nostri segreti.

Condividi:

Related posts